lunedì 22 febbraio 2016

you see a man's face / but you will never see his heart


credevo di essermi guadagnata l'immunità.
invece pare proprio che abbia inoculato una malattia più subdola, ancora senza cura, di sicuro degenerativa, con cui dovrò convivere. 

tre anni fa mi hai infettato l'anima.
non vedevo l'ora, sembrava una di quei virus che ti rende immortale, invincibile, indistruttibile. di immortale sei rimasto tu invece, e la distruzione che mi hai dedicato.



ogni volta che razionalmente penso di averti debellato torni nei miei sogni. è successo una settimana fa, e succederà ancora se non riuscirò a rassegnarmi all'incapacità di trascenderti.

provo quotidianamente ad andare oltre, ho capito che la mia esistenza non è definita dalla tua presenza, dalla tua assenza o dalle macerie che ci siamo dedicati a vicenda. eppure nonostante tutto so che nulla come ciò che avevamo potrà mai essere. mai più.



ciclicamente so che dovrò sbattere addosso a tutto quello che non ci siamo mai detti, ma che tutti sapevano, con quello che ho sempre sospettato e di cui mai ho avuto conferma diretta, con quello che ci siamo negati per vigliaccheria e timore.



eravamo più grandi di noi, hai deciso di ridimensionarci prima di farci schiacciare, mi hai costretta a scoprire che il risultato poteva essere solo il contrario.

schiacciati e appiattiti, svuotati e malconci. rincorriamo vite che non ci appartengono, idolatrando la falsa convinzione che sia la strada giusta, la scelta giusta, la vita giusta.


uniformati alle circostanze, troppo deboli per tirare fuori le parole mai dette, mi hai reso vigliacca quanto te, ma sono stanca di frantumarmi addosso al tuo muro.




di me ti rimarranno sempre le mie lacrime migliori.


lunedì 28 dicembre 2015

i got poison / i just might bite you

infine è accaduto che, dopo anni di stasi post-neo-ventenne, ho raggiunto la consapevolezza di un età diversa, e con essa la certezza che la quantità di sopportazione rimasta in me è da centellinare per i momenti in cui veramente occorre.

non ho più la pazienza per le debolezze umane.
non ho più la voglia di mantenere un'aura di maturità per dimostrare la mia superiorità morale.
non ho più la calma per sorvolare sulle conseguenze delle azioni dei soliti codardi.

allo stesso tempo, sono.
sono io, e io sola, con i difetti di una vita, e i problemi di due o tre vite probabilmente, ma non ho intenzione più di mutare, se non pelle.

non c'è nemmeno bisogno che vi preoccupiate, sarò sempre qui ad attendere i vostri ritorni patetici. 
ma non avrò alcuna rassegnazione pronta a frenarmi quando vi manderò a fanculo.


lunedì 2 novembre 2015

nella neve e nel gelo stai attenta a te

e tutto d'un tratto mi accorgo di esserti immune.
con un'inaspettata benché banale notizia, non ho reazione alcuna se non uno stoico "me l'aspettavo".
so anche perché me l'aspettavo, e perché sono state fatte determinate scelte in altrettanto determinate condizioni.

credo sia un po' tutto determinato quando si tratta di caratteri come i nostri.
era determinato il fatto che ci incrociassimo per scontrarci. era determinato il risultato di quello scontro e le sue conseguenze. era determinato il modo in cui avremo ripreso le nostre vite in maniera determinatamente autonoma.

per quanto mi riguarda di determinato c'è che ormai devo capire che tutto passa, tutto torna, e l'infinito è un concetto che esiste dal momento che accetti che tutto ha una fine per far cominciare qualcos'altro. un ciclo perpetuo di eventi accomunati da una fine determinata, prima o poi.

intanto sono caduta in un altro intoppo, inaspettato tanto quanto determinato, sapendo che non potevo far altro che iniziare qualcosa che indubbiamente avrà una fine, mentre trascino un'altra fine tra le innumerevoli di cui porto addosso le cicatrici.

eppure sono causa del mio male, sono la causa e l'effetto e forse imparerò ad tollerare che anche io sono determinata, fissa e immobile nella mia essenza. 

capito, non accettato.

martedì 30 giugno 2015

two minds and all the places they have been

è quasi ridicolo.
e poi mentre cerco una canzone per provare a mettere ordine al tumulto che ho dentro, salta fuori questa. La Canzone.
così emblematica da esser definibile convenzionale, tanto l'ho ascoltata.
nonostante lo strazio della prima inconfondibile nota, ascolto di nuovo.
dovrebbero essere cinque minuti e undici secondi di sofferenza, ed invece sono due anni, quattro mesi, sei giorni e un paio d'ore, per essere più precisi.

la cosa tragica è che non c'è fine, ancora. non credo di essere ancora arrivata al secondo ritornello.
e sono due anni, quattro mesi, sei giorni e un paio d'ore che cerco di illudermi di non sentirmi così.
sono diventata brava a mentirmi, a mentire, e far finta che tutto vada avanti, non necessariamente bene, ma perlomeno avanti.
no, sono in quei cinque minuti e undici secondi perpetui, e mi sento esattamente così.

specie se dopo un anno ed una settimana dall'ultima volta ti rivedo.
specie se dopo dieci giorni da una nuova ultima volta ho ricominciato a sognarti (perché ormai è chiaro che ti ho incubato).






e non ci provo nemmeno a capire cosa ti sia mai passato per la testa,
ne ho già abbastanza della mia.
mi hai detto che dormi poco, pensi troppo. fossi l'unico.
dovevamo lasciarlo altrove il cervello, ma così non è stato.
l'unica cosa che mi auguro è che, di questo comune logorìo, sia io causa per te, tanto quanto tu lo sei per me.

giovedì 19 febbraio 2015

do you mind if i always love you

le proprie convinzioni sono basi effimere su cui decidere di passare oltre.
le mie convinzioni stanno proprio lì, spavalde nella veridicità del teorema a senso unico che ho deciso che ci rappresenta.

e mesi, anni ormai, di convinzioni finiscono per sgretolarsi prima ancora di sentire il suono della tua voce.
è bastato uno squillo del telefono.





se mai ti incontrerò ancora, spero solo di non sgretolarmi anche io.

mercoledì 23 luglio 2014

well something's walking us home apart and alone

Dicono che durante la nostra vita abbiamo due grandi amori. Uno con il quale ti sposerai o vivrai per sempre, può essere il padre o la madre dei tuoi figli: con questa persona otterrai la massima comprensione per stare il resto della tua vita insieme.
 E dicono che c’è un secondo grande amore, una persona che perderai per sempre. Qualcuno con cui sei nato collegato, così collegato, che le forze della chimica scappano dalla ragione e ti impediranno sempre di raggiungere un finale felice. Fino a che un giorno smetterai di provarci, ti arrenderai e cercherai un’altra persona che finirai per incontrare. Però ti assicuro che non passerà una sola notte senza aver bisogno di un altro suo bacio, o anche di discutere una volta in più. Tutti sanno di chi sto parlando, perché mentre stai leggendo queste righe, il suo nome ti è venuto in mente. Ti libererai di lui o di lei e smetterai di soffrire, finirai per incontrare la pace, però ti assicuro che non passerà un giorno in cui non desidererai che sia qui per disturbarti. Perché a volte si libera più energia discutendo con chi ami, che facendo l’amore con qualcuno che apprezzi
Paulo Coelho, El Zahir



più vicina alla pace.
coi denti consumati e la lingua tagliata, ma più vicina alla pace.
con la cattiveria dietro gli occhi e risate isteriche di sottofondo, ma più vicina alla pace.
spero soltanto di essere davvero più vicina alla pace.

venerdì 14 febbraio 2014

and what you see is really what you see


oggi tanti parlano di amore, non solo verso il proprio fidanzato/compagno/coniuge/amante/etc., ma di amore verso tutto e tutti. 

insomma, volemosebbene.



altrettanti si lamentano del lato commerciale della ricorrenza, sbraitando che non si ama solo un giorno all'anno e altre mille varianti della stessa, solita solfa.

inutili chiacchiere di controtendenza create per darsi un tono.


io vedo solo una manica di deficienti che pontifica sull'essenza di un sentimento.